lunedì 2 agosto 2010

Siddharta di Hermann Hesse

Inizialmente pensavo che leggere questo libro sarebbe stato una passeggiata. Che lo avrei finito in uno o due giorni.
Volevo leggerlo più che altro per curiosità, ho sempre sentito parlare molto bene di Hermann Hesse, e di Siddharta come uno dei libri che i giovani avevano preso come una sorta di guida. Vedendolo, pensavo fosse una di quelle piccole perle: libri dalle poche pagine, che spariscono in un attimo ma che lasciano molto.
Mi sbagliavo di grosso.
Leggerlo è stato faticoso. Attenzione: faticoso, non noioso.
E' uno di quei libri che si deve capire, comprendere. Uno di quei libri che non si deve aver premura di finire. Piuttosto ci si deve prendere il tempo necessario per leggerlo.
E' stato bello vedere la maturazione di Siddharta. Come ogni sua fase della vita, anche se sembrava la migliore, la più retta, la via verso l'Om, è stata abbandonata per qualcosa di diverso.
All'inizio il giovane Siddharta credeva che l'ascesi fosse la miglior via verso l'annullamente dell'io, invece con l'esperienza ha capito che non è giusto privarsi delle cose belle che ci sono offerte, che l'annullamento dell'io non esisteva. Infatti dopo ha abbandonato la vita con i samana e ne ha creata una tutta sua, immerso nella natura, immerso nelle cose e parte di esse.
Poi gli insegnamenti di Kamala, sull'amore, sul dare e sul ricevere. Su come sia bello donare e donarsi, in tutti modi possibili ed esistenti, alla persona che si ama.
Uno dei miei momenti preferiti è anche quando diviene barcaiolo, invece mi è molto dispiaciuto il fatto che suo figlio lo dispezzasse.
Mi spiace il fatto che infine Siddartha sia rimasto solo, anche se molto probabilmente a lui non interessa, perchè ormai è illuimanto, è riuscito ad arrivare dove voleva grazie agli insegnamenti del fiume. Ha scoperto la pace, come Gotama, ha scoperto l'Om e trovato il Nirvana.
Da un lato mi sarebbe piaciuto che lui e Kamala si ritrovassero e vivessero felici assieme al loro figlio, ma a pensarci bene non sarebbe stata una fine adatta alla vita di Siddharta.
La fine, per lui, è l'illuimnazione, che è anche migliore di qualsiasi piacere terreno.
E' un libro molto bello, adatto ad un tipo di pubblico particolare però. A chi si sente, a volte, un po' pensatore.

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