sabato 26 maggio 2012

The History Boys - Alan Bennett

   Andiamo con ordine.
   Nel 2004 Alan Bennett scrisse una commedia intitolata “The History Boys” (qui in Italia tradotta in “Gli studenti di storia”) che debuttò a teatro il 18 Maggio di quell’anno e ottenne un grande successo. Nel 2006 la commedia venne adattata dallo stesso Bennett per trarne un film, diretto da Nicholas Hytner.
   Io ho visto il film prima di tutto, quando uscì, perché sembrava uno di quegli indie movies sullo stile Juno che tanto mi piacciono. Be’, il film non è certo paragonabile a Juno, ma mi piacque un sacco lo stesso, tanto che me lo regalarono per il compleanno. Poi ho scoperto che è uno spettacolo teatrale.
   Un paio di mesi fa sono venuta a sapere che questo benedetto spettacolo teatrale stava facendo un tour anche in Italia e che sarebbe passato anche per la mia città piccina picciò, il che sembra un evento più unico che raro. E dalla felicità ho passato i seguenti giorni a fare cose insane come:


   A parte questo interessantissimo intro, devo ammettere che non so da dove iniziare con questa recensione, perché non so se devo recensire il copione, il film o lo spettacolo, e non saprei nemmeno come parlare della trama. o come commentare il tutto. In ogni caso la mia recensione sarebbe un totale disastro perché:
1)      Sono troppo fomentata da tutte e tre le cose;
2)      L’argomento è troppo intellettualoide e ci sarebbero troppe cose da dire.
   Per cui ho deciso che posso solo darvi dei consigli e sperare di incuriosirvi almeno un po’.

Il film
   Partiamo da questo non solo perché è il primo che ho visto io, ma perché, diciamocelo, è il più facile da procurarsi e persino a prova di pigro. Non è come leggere un copione, ecco. E non è nemmeno come andare a teatro.
   Breve sinossi: nord dell’Inghilterra, primi anni ’80. Otto studenti che hanno appena passato l’esame di maturità (o come si chiami in Inghilterra) passano l’ultimo trimestre a scuola per preparare gli esami di ammissione per studiare storia a Oxford o Cambridge. A guidarli due professori estremamente diversi: Hector, eccentrico e deciso a insegnare ai suoi studenti la cultura in maniera che sia per loro una sorta di ancora di salvezza, e Irwin, appena laureato, offre ai ragazzi non la cultura ma suggerimenti per brillare all’esame ed essere notati dai commissari d’esame, in parole povere dei trucchi. In mezzo al duro studio ci sono occasioni per trattare il tema dell’adolescenza, dell’omosessualità e ovviamente della storia e della scuola.
   È un film bellissimo. Tralasciando le cose tecniche come la fotografia e robe varie, di cui non mi intendo, è uno dei miei film preferiti, non solo per la trama ma anche perché riesce a darti la sensazione di trovarti in un’Inghilterra diversa da quella di oggi. Oltre a questo sembra proprio di trovarsi lì con questi otto studenti, in uno di quei momenti della vita in cui sai che verranno decise le sorti del tuo futuro, ma non solo per l’esito di un esame, più che altro perché sei consapevole che la situazione e le persone con cui ti trovi sono preziose, più uniche che rare. E la consapevolezza di trovarsi lì è forse la più assurda ed emozionante delle cose.
Andrew Knott
Samuel Barnett

   Tutti gli attori sono bravissimi, ma in particolare mi è piaciuto Samuel Barnett, che interpreta Posner. Poi sono stata molto contenta di trovarci anche Andrew Knott (Lockwood), per la mia vena malinconica probabilmente, dato che aveva interpretato il ruolo di un ragazzino in “Il giardino segreto”, film che ho sempre amato fin da piccola.

Il libro
   Come sempre, almeno per me, leggere un copione è un’esperienza scioccante. Mi è successo con “Novecento” (Baricco) e anche con “Aspettando Godot” (Beckett). Ovviamente, per quanto io conoscessi già – quasi a memoria!, che vergogna... – “The History Boys” è stato scioccante leggere anche questo (fanno fede i tre giorni che ci ho messo a leggerlo, nonostante ci vogliano circa due ore). Non so bene perché mi sembra così strano, forse è solo il genere che mi pare strano. Una parte di me sapeva che sarebbe stato così, ma la storia mi piaceva tanto che non ho resistito!

   Il libro è senza dubbio più pesante, sia del film che dello spettacolo. Lo consiglio a chi ha almeno visto o uno o l’altro. Indubbiamente ti fa venire voglia di andare a vederlo a teatro, e così arriviamo alla parte finale di questa recensione, se così si può chiamare…

Lo spettacolo
   Non sono proprio un habitué del teatro. Le uniche volte che ci sono andata è stato con la scuola, e una volta ad un saggio di danza (conta?). Per il resto il teatro non mi ha mai fatta impazzire, per non contare che, nella mia visione del mondo, il teatro è il covo dei musical, che io odio con tutta me stessa (forse l’unico musical che potrei andare a vedere – forse – è “Matilda”, che però in questo momento sta solo a Londra, per cui tempo che arriva qui avrò trent’anni; mi porrò il problema allora). Vedere “The History Boys” a teatro però è stata una delle cose fighe di quella settimana.
   Lo spettacolo era molto bello, e anche divertente. Nonostante avessi già visto il film vederlo a teatro è stato diverso. Come prendere qualcosa di già conosciuto e rivestirlo in maniera nuova e diversa, anche se il cuore resta lo stesso.
   Purtroppo qui non posso dire di aver apprezzato tutti ma proprio tutti gli attori. Mi sono piaciuti moltissimo Ida Marinelli (Mrs. Lintott) per la recitazione e Loris Fabiani (Lockwood) anche se forse era solo perché saltellava molto lungo il palco (no, dai, non è vero; era bravo!), ma non mi è piaciuta molto la versione di Posner data da Vincenzo Zampa, forse solo perché mi piace troppo l’originale, e invece non mi è piaciuto affatto Marco Cacciola, che interpreta Irwin. Da un lato la cosa mi ha esaltato da Dio, perché significa che ho senso critico, dall’altra mi ha deluso un po’ perché Irwin dovrebbe essere un figaccione che ne sa una più del Diavolo, con una certo charme secondo me, che non ho visto nel personaggio a teatro.

Ida Marinelli
Loris Fabiani

In conclusione
   L'unica consluzione a cui sono giunta è: amo alla follia “The History Boys”.

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