giovedì 7 agosto 2014

Shining - Stephen King

   “Shining” è uno di quei titoli che senti in continuazione, e ogni volta che lo senti ti dici: «Dovrei leggerlo, prima o poi.» Invece non lo leggi mai finché qualcuno non te lo mette fra le mani, perché quando vai in libreria, deciso a comprarlo, «oh!, guarda le offerte: tutti i libri a cinque euro!», e quando li ritrovi tutti quei libri a cinque euro? In fondo, “Shining” lo vendono tutti. La stessa cosa accade con il film, o per lo meno la stessa cosa è accaduta a me. Ogni volta che beccavo il film in seconda serata morivo di sonno, e gli interminabili minuti in cui il bambino si fa kilometri di hotel in triciclo nel silenzio più totale non aiutano affatto (come d’altronde nemmeno i primi piani di un Jack Nicholson allucinato).
   Non avrei mai letto “Shining” se qualcuno non avesse deciso di disfarsi di qualche libro e il mio fidanzato non me ne avesse portati a casa una dozzina. Le braccia cariche e gli occhi tondi scintillanti (solo perché la maggior parte erano firmati Stephen King), come se avesse trovato un cagnolino per strada e lo avesse raccolto. Faceva la faccia tenera – perché sa che non abbiamo più scaffali da riempire – e chiedeva: «Possiamo tenerli? Per favooore
 

   Ebbene, è stato uno di quei casi in cui, terminato di leggere, ho pensato: «Be’, almeno era gratis.»
 
   Devo ammettere forse di essermi fatta un po’ troppe aspettative riguardo a questo libro, ben sapendo che l’azione doveva essere limitata visto che parliamo di tre persone isolate dalla neve per sei mesi! Ma non è corretto da parte mia essere così severa, perché ci sono state parti che mi sono piaciute molto.
 
 
   Jack Torrance è un aspirante scrittore, ex alcolista, che ha perso il lavoro da insegnante perché, preso dalla collera, ha picchiato uno dei suoi studenti. L’unico lavoro che riesce a rimediare è quello all’Overlook Hotel, un albergo in montagna che rimane chiuso per la stagione invernale poiché inagibile a causa della neve, che lo isola da ogni cittadina vicina. Il suo compito di guardiano è quello di scaldare a turno tutte le aree dell’albergo e occuparsi della caldaia, abbassando la pressione tre o quattro volte al giorno per impedire che scoppi. Così Jack Torrance e famiglia, la bella moglie Wendy e il piccolo Danny di soli cinque anni, si trasferiscono all’Overlook Hotel.
   Presto i nuovi inquilini scoprono che l’albergo ha un passato oscuro. Molti delitti vi si sono consumati, fra omicidi e suicidi, e l’albergo è diventato un luogo malvagio. Impregnato del male e della morte stessa, desidera trascinare sempre più persone tra le fila dei suoi fantasmi e il piccolo Danny è un candidato ideale grazie al dono che possiede, lo shining.
   Lo shining permette a Danny di leggere nel pensiero, di avere visioni del futuro e di comunicare con altri che hanno il suo stesso potere, anche a miglia di distanza. Crede di essere l’unico prima di incontrare Dick Halloran, il cuoco dell’Overlook, che mentre illustra a Wendy il funzionamento della cucina vede in Danny lo shining e gli confessa di averlo anche lui.
   A metà Dicembre una delle tante nevicate della stagione si rivela quella decisiva. Rinchiude la famiglia Torrance nell’Overlook Hotel, e allora l’albergo scatena la sua invettiva contro di loro. Le siepi innevate del giardino, a forma di cane e di leone, li attaccano per poi tornare immobili come semplici arbusti, facendo credere a Jack di essere impazzito. Le feste di capodanni passati si risvegliano nei saloni da ballo e lasciano strascichi di coriandoli e festoni come se si fossero tenuto la sera prima. Fantasmi di morti si alzano e cercano di strangolare Danny, oppure con lusinghe e inganni, tentano di convincere Jack a uccidere i suoi cari.
   Confuso e ammaliato dal potere dell’Overlook, Jack Torrance si convince che l’unica colpevole della sua vita andata a rotoli è Wendy, che gli ha impedito di affermarsi come scrittore, che lo ha spinto all’alcolismo, che gli mette contro suo figlio Danny. Deve ammazzarla. E con lei, anche il bambino, secondo fautore della sua sconfitta. Dopotutto, l’hotel non vuole loro, ma lui, è lui quello importante. Ma per dimostrare di essere all’altezza deve ucciderli. Loro non amano l’Overlook come lo ama lui, loro volevano andarsene quando Danny ha iniziato ad avere le visioni. La pagheranno cara per quello, Jack li ucciderà e farà bella figura con il direttore dell’albergo.
   Ormai folle, l’uomo li attacca, ma Danny ha chiesto aiuto a Dick Halloran grazie ai suoi poteri telepatici. Questi li raggiunge dall’altra parte del paese e li porta fuori dall’hotel appena prima che questo esploda a causa della caldaia, che Jack aveva trascurato.
 
Ecco cosa intendevo prima con "facce allucinate".
   Se verso la fine il libro diventa incalzante, mi spiace dire che per le duecento e passa pagine prima, è terribilmente lento. Ho saltato alcune parti a piè pari riprendendo la lettura poco più avanti, e non me ne sono affatto pentita. Mi è piaciuto molto come sono stati delineati i personaggi e la conclusione è perfetta.
   L’unica pecca è che è uno di quei libri che non rileggerei mai. Sì, carino, ma tutto qui.
   Non fraintendetemi, sono sicura che sia un classico dell’horror e magari anche uno dei lavori meglio riusciti di King, ma forse non è il libro che fa per me.

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