giovedì 18 settembre 2014

Film vs. Book

   In questi ultimi tre mesi ho letto più libri di Stephen King che in tutta la mia vita di lettrice, più di quanti sospettassi mai di leggerne e più di quanti la mia libreria ne possa contenere.
   Dopo aver letto “Shining” e “Misery” e aver visto i rispettivi film, ho fatto un voto. Il voto di non guardare più film tratti dai libri di Stepehn King.
   Questo perché, indubbiamente, il libro è sempre più bello del film, ma per qualche motivo tutti i libri di Stephen King diventano estremamente noiosi, quando proiettati. Non me ne vogliate fan di Kubrick, ma Shining-film non mi è piaciuto affatto, e nemmeno Misery-film (con tutto che io adoro Kathy Bates!). In passato ho visto IT, ma l’unica cosa davvero spaventosa e veramente perfetta di quel film era l’interpretazione di Tim Curry, il resto era solo pessima recitazione e un ragno-peluche gigante.
 
   A parte questo, mi sono messa a pensare a come mai i libri sono sempre più belli dei film. Onestamente, è una cosa che non riesco a spiegare, perché a pensarci razionalmente il film dovrebbe essere più emozionante. Le pagine che ti hanno procurato allegria, tristezza, ansia, paura, tramutate in immagini.
   Io non sono una di quelle persone che vanno al cinema e commentano: «Nel libro però non era così!» Capisco che ci siano certe esigenze in un film e credo fermamente che, se fatto bene, un film possa essere bello quanto il libro. In certi casi, addirittura di più.
   Ho pensato a dei film che mi sono piaciuti più dei libri da cui sono stati tratti, ed ecco a voi il risultato di tanto spremere le meningi.
   Ahimè, in realtà non sono molti, e non ho dovuto spremere le meningi così tanto perché avevo in testa chiaramente i film che mi sono piaciuti più o quanto i libri.
 
 
   Un ponte per Terabithia, di Katherine Paterson
   Al terzo posto c’è “Un ponte per Teabithia” perché sia il libro che il film erano bellissimi.
   Questo è l’unico film per il quale anche gli uomini possono versare una lacrimuccia. Io mi sciolgo sempre di fronte ai film tristi, piango senza ritegno, ma gli uomini della mia famiglia non piangono mai! In parte perché, come molti uomini immagino, tendono a non lasciarsi andare a sentimentalismi per cose come i film, ma soprattutto perché guardano solo film d’azione.
   Quando uscì al cinema “Un ponte per Terabithia” io e i miei genitori andammo a vederlo, convinti che si trattasse di un film fantasy del tipo “Narnia”. Restammo in un primo momento sorpresi, ma poi la storia iniziò a piacerci e, alla fine, mentre mi asciugavo le lacrimucce agli angoli degli occhi, gettai un’occhiata a mio padre, e vidi che stava facendo lo stesso!
   Poco fa riguardavo il film a casa e il mio fidanzato fece la sua apparizione e si appollaiò al mio fianco, sul divano. Lui è uno di quelli che soffre solo alla vista di bambini malati e animali maltrattati. Alla fine del film era disperato e pretendeva di sapere chi era l’autrice del libro per andare da lei e punirla con una macchina di tortura per quel che aveva fatto.
   Insomma, “Un ponte per Terabithia” non solo ha il potere di far sciogliere in lacrime anche il più brutto e cattivo degli esseri umani, ma è anche un bel film. Scorrevole, originale quanto basta, con una morale (non ne fanno più molti, di film con una morale) e un finale che non ti aspetti.
 
 
   Holes, di Louis Sachar
   Ho visto questo film un milione di volte, e ho letto il libro solo una volta. Questo è già indicativo, immagino.
   Chi di voi non ha visto Shia LaBeouf agli esordi è pregato di guardare il film, che è (rullo di tamburi!) più bello del libro. Forse perché il libro era pensato per un pubblico di bambini, forse dai dieci anni in su o giù di lì, invece il film è piacevole per tutti, o per lo meno così mi sembra. Ovvio che sia un film per ragazzi, ma credo che anche agli adulti piaccia senza particolari riserve.
   Mi sembra di ricordare che nel film la parte ambientata nel passato fosse presa molto più in considerazione. Inoltre nel libro seguivamo solo le vicende di Stanley, quindi non sapevamo che cosa succedeva nel frattempo alla sua famiglia, nel film invece sì, e questo lo rendeva molto più interessante.
   Di quel film mi piacciono i piccoli dettagli. Ad esempio la sfiga smette di accanirsi sugli Yelnats nel momento esatto in cui la profezia della trisavola di Zero si avvera. Mi piace che il segreto anti puzza dei piedi sia un miscuglio di pesche e cipolle, che riunisce i Kate e Sam del passato. Così come il tesoro di Stanley Yelnats II, che viene ritrovato e dichiarato di Stanley solo perché la famiglia continua a usare il nome del trisavolo. Insomma, ci sono tante piccole cose che mi piacciono, che nel libro vengono date semplicemente per scontate ma che nel film risaltano.
 
 
   Hunger Games, di Suzanne Collins
   Ho recensito sia il primo che il secondo libro, per cui non mi dilungherò più di tanto.
   Vi basti sapere che per il mio compleanno mi è stato regalato “Il canto della rivolta”, che ancora non ho letto. La verità è che lo sto lasciando per dopo, perché prima voglio vedere il film.
   E con questo ho detto tutto.

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