domenica 14 febbraio 2016

Va’, metti una sentinella – Harper Lee

Iniziare una recensione come questa ha richiesto delle ricerche e molte riflessioni. Perché non è solo una recensione ma anche un pensiero.
Lessi “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee quando andavo al liceo. Ero infervorata nella lettura, piena di ideali illuminati, pensieri profondi, e un nodo alla gola quando pensavo a tutti i temi che questo romanzo porta con sé – che non vengono mai alla mente con leggerezza, né si possono spazzare via con una scrollata di spalle. Mi piacque moltissimo e non manco di ricordarlo ogni tanto.
Quando seppi che era uscito il seguito ne rimasi stupita. Per me quella storia non aveva un seguito, finiva lì, ed era completa e perfetta così com’era. Nonostante questo non ebbi dubbi nel comprarlo e lo lessi avidamente, anche se un po’ perplessa. Non sapevo cosa aspettarmi, dove mi avrebbe portata, se essere curiosa o sulle mie.
Prima di dirvi ciò che penso, però, un piccolo excursus.
 
Lo dico per chi non ha sentito parlare della vicenda, ma si vocifera che la Lee non sia stata particolarmente d’accordo con l’idea di pubblicare “Va’, metti una sentinella”. Alcuni sostengono che sia stata convinta, altri che sia stata costretta. Aldilà di tutte le teorie che possono esserci, vorrei sottolineare un fatto.
“Va’, metti una sentinella” è stato scritto prima di “Il buio oltre la siepe”. Lee lo sottopose a un editore ma questi lo rifiutò, consigliandole di presentare la sua protagonista, Scout, da bambina. Sappiamo tutti che lo fece con grande successo, e dopodiché lasciò il suo primo romanzo nel cassetto. Pare che lo tenesse sottochiave, in una cassetta di sicurezza. Di certo dopo il successo che ebbe “Il buio oltre la siepe”, Harper Lee si rendeva bene conto dell’importanza che poteva avere quel manoscritto, ma ha scelto di non pubblicarlo.
I motivi per i quali lo ha conservato possono essere molteplici, forse puramente affettivi. Fatto sta che per cinquant’anni ha deciso di lasciarlo nell’ombra, di dimenticarlo, e di far sì che tutti quanti lo dimenticassero.
 
Se qualcuno di voi ha letto “Va’, metti una sentinella”, sa benissimo che cosa accade. (E badate bene che sto per dirlo, quindi se ancora non lo avete letto fuggite, sciocchi!). Atticus Finch è invecchiato, e ora che i diritti dei neri stanno davvero prendendo piede ha paura. Paura di ciò che potrebbe accadere, di vedere un nero essere suo pari, di poter essere forse scavalcato da un nero, e di dovergli lo stesso rispetto e le stesse identiche premure che si devono a un bianco. A dargli contro l’ormai cresciuta Scout, che accetta a braccia aperte un mondo dove i diritti civili sono uguali per tutti e che rimane allibita e annientata nello scoprire che l’uomo che ha sempre ammirato, suo padre, è uno di quegli uomini che lei disprezza di più.
Sono rimasta allibita e annientata come Scout.
Harper Lee
Il personaggio di Atticus Finch è diventato simbolo, per intere generazioni, di rettitudine, onestà, lealtà. Vederlo così trasfigurato mi è dispiaciuto molto, perché il mito che gli si era creato attorno era sì irraggiungibile (perché una persona così perfetta è difficile che esista) ma dava esempio e speranza.
Mi piaceva pensare che esistesse, anche solo nella fantasia collettiva, qualcuno come Atticus Finch. Qualcuno che si sarebbe sempre alzato per proteggere chi non poteva farlo, per dire le cose come stanno davvero e cercare di cambiare ciò che non è giusto. Perché se esiste nella nostra fantasia, allora forse potremmo trovare il coraggio di agire nella realtà.
Mi rendo conto che sto parlando di cose molto astratte, ma ecco che arrivo alla conclusione.
Se Harper Lee aveva deciso di mettere sotto chiave “Va’, metti una sentinella”, forse c’era un motivo. Forse anche lei si è resa conto che “Il buio oltre la siepe” è stato molto più che un romanzo, ha influenzato moltissima gente in maniera positiva, ha portato con sé un ideale importante. Questo ideale era incarnato da Atticus Finch.
“Va’, metti una sentinella” distrugge questo personaggio.
 
Per fortuna non sono morti gli ideali di Atticus, tuttavia mi dispiace molto il fatto che sia stato trasformato in un anziano fragile, atterrito dalla novità e dalla possibilità di condividere dei privilegi con prima erano solo suoi. Scout non è abbastanza forte come personalità contrastante, non è abbastanza saggia, carismatica né convincente per sostituirlo quindi ecco, penso che con questo romanzo abbiamo perso qualcuno a cui ci si poteva ispirare.
Per quanto mi riguarda cercherò di fare in modo che “Va’, metti una sentinella” scompaia dalla mia memoria. Preferisco ricordare Atticus Finch come Harper Lee ha voluto mostrarcelo per oltre cinquant’anni.
 
Atticus Finch
 

8 commenti:

  1. Va', metti una sentinella rimane un buon romanzo, molto buono almeno per me, la struttura narrativa e la sua potenza linguistica sono immutate, ma nella trama i punti più alti li raggiunge di sicuro quando torna all'infanzia. Anch'io ho eletto Atticus a mio uomo ideale e ora be' lo sgomento non è poco.

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    1. Senza dubbio di per sé è un ottimo romanzo, porta avanti le stesse idee di "Il buio oltre la siepe", con la medesima forza e uno stile scorrevole (anche secondo me le parti più belle erano quelle dell'infanzia dei protagonisti).
      Come seguito però non funziona molto bene, a mio parere.

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  2. Guarda che caso, proprio pochi giorni fa ho scritto il mio commento a Il buio oltre la siepe, libro che solo quest'anno mi sono finalmente decisa a comprare e leggere, rivelandosi ovviamente una delle letture più belle di sempre. Di sicuro non leggerò questo seguito a breve, ma forse anche mai: non tanto per paura di restare delusa, quanto per il fatto che a) se è stato scritto prima ed Harper Lee l'ha tenuto custodito ben bene per tutto questo tempo un motivo ci sarà e b) non credo che la scrittrice oggi sia al 100% in sé. Insomma, questa storia del "manoscritto ritrovato" mi puzza e non poco, mi sa di gente che voleva fare soldi facili sacrificando l'arte di un'autrice che ha fatto storia ad uno scontato guadagno facile. Per carità, non ne so nulla, ma in questo caso ci sono troppi elementi che portano a fare 2+2...

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    1. In effetti Harper Lee se non sbaglio ha superato i novant'anni, ed è comprensibile che non sia del tutto in sé.
      Quando ho sentito che avrebbero pubblicato questo libro l'ho pensata esattamente come te! Una manovra per fare soldi a discapito di un'autrice ma non solo, anche del suo pubblico.
      Forse stiamo solo facendo teorie complottistiche, è vero. Rimane il fatto che "Va', metti una sentinella" distrugge una storia che ho amato moltissimo. E' come se la rendesse vana. Quindi mi piace pensare che Harper Lee non abbia mai avuto intenzione di pubblicare questo seguito. Ergo, lo esilierò dalla mia mente.

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  3. Voglio leggerlo. Così mi sono fermata alla prima parte del post! :)
    Ma, una curiosità: devo leggere anche Il buio oltre la siepe o, meglio, devo leggere prima questo? Perché non l'ho mai fatto e a quanto pare vale la pena!

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    1. Ahah, hai fatto bene!
      Allora, per capirlo non c'è bisogno di leggere "Il buio oltre la siepe", tuttavia come avrai capito dal post te lo consiglio, e ti sconsiglio invece questo xD

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  4. Sapevo di che cosa si trattava, avendo letto per intero un articolo di giornale; di conseguenza ho letto per intero il tuo post. Ho adorato sia il romanzo "Il buio oltre le siepe" che il film; quest'ultimo, caso più unico che raro, è una trasposizione perfetta del libro. Per me Atticus Finch è l'uomo e il padre ideale. Anch'io voglio mantenere intatta questa immagine, quindi non penso che leggerò il nuovo romanzo.

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    1. Non ho mai visto il film in realtà, anche se devo averlo da qualche parte. Quasi quasi lo guardo, tutti dicono che è bellissimo :)

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