giovedì 7 aprile 2016

Altre cose che si imparano dai libri

La prima cosa che ti dirà un autore, un manuale di scrittura creativa, o anche solo qualcuno con un po’ di buonsenso, è che per imparare a scrivere si deve leggere. Penso che tutti gli aspiranti scrittori lo facciano senza che gli venga neanche detto, perché sono convinta che prima di essere autori si diventi lettori.
Un autore che non ama leggere non è un vero autore a mio avviso. Chi non è amante dei libri e della lettura e non potrà mai trasmettere in uno scritto tutte le emozioni che si celano dietro un romanzo, perché è il primo a non comprenderle o provarle.
Si può essere lettori senza essere autori, ma non il contrario.
La domanda però è un’altra: in che modo la lettura può aiutarmi come autore?
 
 
La prima cosa cui dobbiamo fare attenzione è il genere di cui vogliamo scrivere. Quasi certamente se vogliamo scrivere un fantasy è perché ci piace e avremmo letto milioni di libri fantasy. Lo stesso vale per la fantascienza, il giallo, il romanzo storico o d’amore. Il primissimo modo in cui la lettura ci aiuta è facendoci conoscere i canoni del genere, che sono la cosa fondamentale per scrivere un romanzo. Credo che un autore in erba, o comunque un esordiente, se scrive un romanzo di genere debba cercare di attenersi alle linee guida del genere cui si è avvicinato, quindi deve conoscerlo bene.
Un autore dovrebbe avere un vocabolario ampio, che poi il suo stile sia incasellato in un certo tipo di narrazione, che magari usa termini desueti o giovanili per scelta, quello è un altro discorso. Rimane il fatto che penso sia dovere di uno scrittore avere un grande ventaglio di scelte lessicali. E come si arricchisce un vocabolario se non leggendo? Le parole nuove che incontriamo nei libri andrebbero cercate sul dizionario, perché potrebbero sempre tornare utili.
Punto dolente di molti sono i dialoghi. Uno dei metodi più semplici per scriverli, almeno per me, è riportare alla mente conversazioni che ho già sentito, quindi prendere spunto dalla realtà. Ma non dobbiamo dimenticare che un dialogo, per quanto sia credibile, va letto e non ascoltato. Dobbiamo renderlo naturale ma lasciargli comunque le caratteristiche di un buon dialogo scritto, piacevole da leggere. In questo possiamo prendere esempio dai libri.
 
Penso che queste siano le cose tecniche che tutti possono imparare dai libri semplicemente leggendoli. Poi mi sembra scontato dire che i libri insegnano molto di più, sia in termini di scrittura che personali.
Mi sembra scontato, però l’ho detto.

4 commenti:

  1. Io non riesco a capire perché uno che non ama leggere debba scrivere. Per obbligare gli altri a fare un'attività che lui detesta? Quindi solo per spocchia o per cattiveria. In entrambi i casi non ne vale la pena.

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    1. Esiste gente che lo fa. Forse non è che detestano leggere, però non è una passione, preferiscono fare altro piuttosto che leggere.
      La prova sono i molti romanzi autopubblicati con molti errori ortografici che semplicemente sono di distrazione (almeno me lo auguro). Chi ama la lettura e vuole scrivere rispetta il lettore e vuole che abbia un prodotto di qualità, quindi è molto preciso e considera il suo manoscritto un vero e proprio lavoro.

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  2. indubbiamente sono tra quelle aspiranti scrittrici, che per imparare a farlo, hanno letto tanto tanto continuando a farlo, e non stancandomi mai...

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  3. Anche per me le due azioni sono inevitabilmente legate: leggo per scrivere meglio e scrivo per trovare qualcuno che mi legga. Non fa una piega, no? :)

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